Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto

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Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto

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Titolo originale

Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1974
Genere commedia, drammatico, erotico, sentimentale
Regia Lina Wertmüller
Soggetto Lina Wertmüller
Sceneggiatura Lina Wertmüller
Produttore Romano Cardarelli
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto, film del 1974, con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, regia di Lina Wertmüller.

Frasi[編集]

  • Con la paura del comunismo c'avete inflitto trent'anni di DC! Perché hai capito che sono trent'anni! E te devi rassegnà, che la festa è finita per voi! Trent'anni che ci stanno spappolando le palle! Sì, perché ce le avete proprio rotte le palleeee! (signor Pavone Lanzetti)
  • Il vino bianco lo voglio gelato. E sappia Gennarino, che Brèžnev anche lui il vino lo vuole gelato e se lei glielo porta caldo, la manda in Siberia. Capito? Caro compagno? (Raffaella)
  • Sembra pagata per farmi incazzare a mia. (Gennarino)
  • Chidda bottana industriale deve stare attenta, pechi se mi incazzo io, sono cazzi suoi. (Gennarino)
  • Viene a rompere la minchia pure sulla zuppa di pesce? E io il peperoncino ce lo metto. (Gennarino)
  • Ma il lavoro nobilita l’uomo, a maggior ragione la signora femmina. (Gennarino)
  • La femmina è nata per fare la serva all'uomo e non il contrario. (Gennarino)
  • Brutta bottana industriale socialdemocratica! (Gennarino)
  • Te devi innamorare. Innamorata devi essere. Innamoratissima devi essere! Schiava già ci sei, ma schiava d’amore devi diventare. Devi strisciare come un verme ai miei piedi, pietà m’hai a chiedere! Ti deve prendere un amore nero che te fa torcere le budella. Passione disperata peggio d’una malattia. Io t’ho devo entrare dentro la pelle, dentro la testa, dentro lu core, dentro la pancia. Il tuo Dio devo diventare. Mi sono spiegato? Passione o nente! (Gennarino)
  • Lo sapevo che non mi dovevo fidare di una ricca, perché i ricchi ti fottono sempre! Bottana industriale che mi lasci solo! Che mi lasci solo...(Gennarino)

Dialoghi[編集]

  • Raffaella: Lui, Stalin, lo vede come genio e sregolatezza! Aah i campi di concentramento, guarda. Li organizzava benissimo in Siberia. Una contabilità per-fe-ttta.
    signor Pavone Lanzetti: Sì, signora! Sempre poco rispetto a Hiroshima dei tuoi cari americani!
    Raffaella: Addio, oddio, oddio! Incomincia con Hiroshima adesso!
    signor Pavone Lanzetti: Ebbe' co' Stalin? Abbi pazienza Raffaè! Ma comunque arriviamo ai giorni nostri. O meglio ai cazzi nostri. Ma te lo vuoi mettere in testa che i comunisti so' sempre stati all'opposizione? E che La Malfa è sempre stato a regge' er sacco ai preti!
    Raffaella: I preti?! Ma brutto ruffiano! Ma te non nominare sai i preti che vogliono leccato il culo, i preti. Sogno anche solo di andarci al Governo a braccetto con i preti! Ma guarda, ma levatelo dalla testa, sai carino, perché Fanfani col cavolo che te lo fa fare il compromesso storico!
    signor Pavone Lanzetti: La verità è che tu sei talmente anticomunista che c'hai paura che quelli se mettono d'accordo con noi! Perché poi per voi è finita!
    Raffaella: Ah, sì, ah, questo è il sogno vostro, eh?
  • Raffaella: Scusi Gennarino, vuol fare lo spiritoso?
    Gennarino: Io? Spiritoso? Ma se sono sempre incazzato, Signora.
  • Collega di Gennarino: Gennarì, chist' l'aggi trouvata dint 'a cabina 'ra bruna. Secondo me è hashish.
    Gennarino: E lo sapevo. Troppo tranquilli. Lo sapevo io che qua sotto ci doveva essere qualche cosa. La droga, ah? Che ha' detto? È hashish? Fammi sentire, va.
    Collega di Gennarino: Be'?
    Gennarino: Questa è Mariana.
  • Gennarino: Trattasi di isolotto deserto e selvaticu.
    Raffaella: Ma come deserto, scusi?
    Gennarino: E non c'è nente. Non se vede nessuno.
    Raffaella: Ma... ma non è possibile! Ma che scemenza! Ma scusi, ma siamo mica nel mare del Sud, eh? Siamo in pieno Mediterraneo! Non è possibile!
    Gennarino: È possibile.
  • Raffaella: Inutile cavare acqua dalle rape.
    Gennarino: Che ha detto?
    Raffaella: Ma niente, niente.
    Gennarino: No, io desidero sapere che cosa ha detto.
    Raffaella: Ma che cos'è questo? Ah, il tono minaccioso, adesso? Ho detto che è inutile cavare acqua dalle rape.
    Gennarino: Senti, donna Raffaella Pavone Zambetti. Ora mi hai rotto la minchia! Io faccio quello che stracatacazzo mi pare, gioia. Ma chi ti credi di essere? Ma vaffanculo, va!
    Raffaella: Cafone!
    Gennarino: Vaffanculo!
    Raffaella: Maleducato!
    Gennarino: Va-ffan-cu-lo!
    Raffaella: Gran cafone e maleducato, quello lì. Lo metto a posto io appena torniamo. Perché io queste cose qui, non le sopporto mica, non le sopporto. Lo metto a posto, sì. 'Sto stronzo!
    Gennarino: Scarraafuciona!
    Raffaella: Gli faccio vedere io, gli faccio. Adesso dove vado? Ahia! Ahiaia! Brutto porco!
    Gennarino: Bottana!
    Raffaella: Ahi! 'Sto scarafaggio!
    Gennarino: Troia, zoccola, bottana, maiala! Quando finiranno tutti impiccati? E anche presto!
    Raffaella: Brutto mozzo trinariciuto del cavolo! No, dico. Perché? Come lo chiami uno così? Uno stronzo!
    Gennarino: La signora di questa minchia! Meretrice, troia, sgualdrina!
    Raffaella: Stronzo di uno stronzonissimo!
    Gennarino: Fitusa, gran mignotta! Vaffammocca a zì Nicola. No, pecché dico, nu povirazzo che avvi supportà e poi arriva un momento che si caca u cazzo, o no?
    Raffaella: Vigliacco d’un immaturo! Roba di sottoproletariato, eh? S'è montato la testa quello lì. Chissà che cosa crede di fare, chissà?
    Gennarino: È finito Gennarino. Bottana, troia. Ora pe ttia sono cazzi da cacare. Ora ci divertiamo, signora Pancetti. Sono minchie amare.
    Raffaella: Eh, la rivolta dello schiavo, fa. La presa della Bastiglia, capito?
    Gennarino: Bagascia, sgualdrina, prostituta e cocò.
    Raffaella: Spartacus! ‘Sto stronzo. Ma tu guarda che situazione, 'sto cafone del cavolo!
    Gennarino: Sciacquetta! Porca e socialdemocratica!
  • Raffaella: Sappia che lei è un miserabile, ecco. Carogna di un vigliacco! Faccia come crede lei, ma se ne pentirà, no perché ci deve essere una legge, eh. Io la mando in galera. Mancata assistenza, qualcosa del genere, insomma eh? Star lì a mangiare, lasciando a digiuno gli altri.
    Gennarino: Eh. Eh già, ma bisogna riflettere che se ci stava una legge di questo genere, stavano in galera tutti i ricchi del mondo! Ma siccome questa legge non c'è, in galera ci stanno solo i poveri, eh.
    Raffaella: Comunista del cazzo!
  • Raffaella: Mi venda quel pesce. Glielo pago quello che vuole. Ma cos'è? Non ha capito? Ah, ma fa anche finta di non sentire, adesso. No, guardi, scusi, eh. Va bene che è una carogna, ma non mi vorrà mica far morire di fame davvero, eh? No guardi, va bene. Siamo logici, eh? Lei ha il coltello dalla parte del manico. Quanto vuole per quel pesce? Centomila, duecentomila? Ma che cavolo vuole per quel pesce che c'ha lì? Senta, guardi. Basta con questo scherzo. Sta un tantino esagerando, no? Mi sento male, mi sento. Mi sono anche fatta male a un piede, sa? Ce lo pago mezzo milione, carogna!
    Gennarino: E continua a insultare eh? Eh lo so, è brutto stare di sotto. Però c'è un particolare: che io questo pesce non lo vendo.
    Raffaella: Ma perché?
    Gennarino: E perché ora, ora ho deciso di fare come fate vuautri.
    Raffaella: Noi altri cosa, scusi?
    Gennarino: Sì, Signore. Sì, Signora. Come fate vuautri quando bruciate le mele e le arance per tenere alti i prezzi. Perché? Vuautri non fate così, no?
    Raffaella: Assassino!
    Gennarino: E no, io sono ignorante e incompetente, figlia mia. Gli assassini bravi, organizzati voi siete.
    Raffaella: Anche le mie sigarette mi fuma! È un ladro.
    Gennarino: Tu le buttasti o non le buttasti? Chidda arragosta non mi sapeva di granché. Comunque stammi bene a sentire femmina. Lezione numero 1: denaro per cumprare chistu pesce nun ce n’è. Se te lo vuoi comprare, questo pesce, te lo devi guadagnare. Me spiego? Lavami i mutandi, ah!
    Raffaella: MAI!
  • Raffaella: Ma perché poi deve pagare tutte a me le rivendicazioni sociali e le ingiustizie della vita? Che cos'è che ci guadagna poi, scusi? Quando ci verranno a recuperare, se lei sarà gentile, io le sarò grata. Lei non si pentirà. Ma insomma, guardi. Adesso basta con questa storia, eh.
    Gennarino: E chi ve lo dice che ci verranno a salvare, ah? Chi te lo dice? E chi te lo dice? Qua su quest'isola noi ce resteremo uno, due, tre, quattro, cinque sei anni, ah?
    Raffaella: M'ammazzo.
    Gennarino: Ah, tu t'ammazzi? E ammazzati, sono fatti tuoi. Ma se vuoi stare qua e vuoi mangiare, devi lavorare! Hai capito?

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